Diffidente come un gatto secondo alcuni amici, probabilmente sono una delle poche che ha approfondito cosi tanto le DLT senza mai acquistare una criptovaluta o un qualunque tipo di token. Osservo a lungo prima di dare credito.
Le tecnologie basate su registri distribuiti (DLT), di cui fa parte blockchain, sono molto complesse, metamorfiche, estremamente duttili ed evolvono con una velocità stupefacente - non solo dal punto di vista informatico ma anche sociale, economico e politico.
Fino ad un anno fa seguivamo col fiato sospeso la nascita di nuove blockchain, Dapp e crypto, oggi l’attenzione comincia ad essere attirata dalle alleanze politiche, economiche e tecnologiche (cross chain, piattaforme DLT as a service, servizi sui second layers). È cominciata la fase di consolidamento e rafforzamento.
I nuovi progetti possono emergere se fortemente innovativi o supportati da capitali e team competenti. Spesso si tende ad unire le forze. Google è entrata nel consiglio direttivo di Hedera Hashgraph e di EOS, Microsoft integra la blockchain di Lition e Amazon Web Services fornisce il servizio cloud per il BSN cinese (Blockchain Service Network).
Anche i grandi poteri stanno stringendo il cerchio. Gli USA, che dissuadevano dall’uso delle crypto, oggi regalano i bitcoin ai propri parlamentari affinché imparino ad usarle. L’EU restia e riluttante, ha elaborato la prima bozza di legge sulle stablecoin e sulle criptovalute esortando tutti gli Stati membri a seguire una strada comune. La Cina e la Russia che vietavano le crypto, oggi sono alleate nell’estromettere il dollaro dagli scambi commerciali e nella creazione delle CBDC (Central Bank Digital Currencies) per conquistare il primato sui mercati mondiali. Gli Stati che hanno già una legislazione sui digital asset, stanno attirando capitali e investimenti.
Nel frattempo le banche tradizionali perdono e fanno perdere il valore ai propri clienti e rallentano la crescita delle iniziative imprenditoriali.
La cosa che più fa piacere è la crescita del livello generale di consapevolezza. Persino chi è rimasto “intorpidito”, si sta rendendo conto che attorno accade qualcosa di non trascurabile. Certamente stare a guardare non è più una buona idea.
Confrontandomi con Niko di Coinspark e Marco di WeGet Ltd, che seguono questi mercati da alcuni anni, ho scoperto metodi e strumenti che non espongono a rischi maggiori rispetto a strumenti finanziari tradizionali. Anche la volatilità può essere in parte gestita, come ha detto Marco:
Molti dicono: “Non investire in crypto più di quanto tu non sia disposto a perdere”, ma io rispondo: “E per quale ragione investire se devo perdere”?
Eva. P
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